Vi sono prove contrastanti, basate su studi eterogenei, sul fatto che l'eccesso di aldosterone sia responsabile di un aumento del rischio di complicanze cardiovascolari e cerebrovascolari in pazienti con aldosteronismo primario.
È stata valutata l'associazione tra aldosteronismo primario ed eventi avversi cardiaci e cerebrovascolari, danno d'organo bersaglio, diabete mellito e sindrome metabolica, rispetto all'associazione tra ipertensione essenziale, e questi eventi cardiovascolari e degli organi terminali, integrando i risultati di studi precedenti.
È stata effettuata una meta-analisi di studi osservazionali prospettici e retrospettivi che hanno confrontato pazienti con aldosteronismo primario ed ipertensione essenziale, per analizzare l'associazione tra aldosteronismo primario e ictus, malattia coronarica ( come endpoint co-primari ), fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca, danno d'organo target, sindrome metabolica e diabete mellito ( come endpoint secondari ).
Gli studi eleggibili hanno confrontato i pazienti con aldosteronismo primario con pazienti con ipertensione essenziale ( come gruppo di controllo ) e hanno riportato gli eventi clinici o gli endpoint di interesse.
Sono anche stati confrontati i sottotipi di aldosteronismo primario, adenoma producente aldosterone e iperplasia surrenalica bilaterale.
Sono stati identificati 31 studi con 3.838 pazienti con aldosteronismo primario e 9.284 pazienti con ipertensione essenziale.
Dopo una mediana di 8.8 anni dalla diagnosi di ipertensione, rispetto ai pazienti con ipertensione essenziale, i pazienti con aldosteronismo primario presentavano un aumentato rischio di ictus ( odds ratio, OR=2.58 ), malattia coronarica ( OR=1.77 ), fibrillazione atriale ( OR=3.52 ) e insufficienza cardiaca ( OR=2.05 ).
Questi risultati sono stati coerenti per i pazienti con adenoma producente aldosterone e iperplasia surrenale bilaterale, senza differenze tra questi sottogruppi.
Allo stesso modo, l'aldosteronismo primario ha aumentato il rischio di diabete mellito ( OR=1.33 ), sindrome metabolica ( OR=1.53 ) e ipertrofia ventricolare sinistra ( OR=2.29 ).
È importante diagnosticare l'aldosteronismo primario nelle prime fasi della malattia, con inizio precoce del trattamento specifico, perché i pazienti affetti presentano un aumento del rischio cardiovascolare rispetto ai pazienti con ipertensione essenziale. ( Xagena2018)
Monticone S et al, Lancet Diabetes Endocrinol 2018; 6: 41-50
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