Il carcinoma differenziato della tiroide ha in genere una buona prognosi. Finora, tuttavia, non è chiaro se l'aspettativa di vita è ridotta in questi pazienti e, in caso affermativo, in quale misura.
Lo scopo di uno studio è stato quello di determinare il tasso di mortalità per tutte le cause nei pazienti con carcinoma differenziato della tiroide in confronto al tasso della popolazione generale.
Lo studio prospettico ha incluso 2.011 pazienti con carcinoma differenziato della tiroide trattati in un Centro di cura tra il 1980 e il 2011.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti a tiroidectomia totale con successiva ablazione con Iodio 131, ad eccezione di quelli con un microcarcinoma papillare isolato.
I dati di sopravvivenza per la popolazione tedesca in generale sono stati ottenuti presso l'Agenzia Statistica Federale Tedesca e sono stati abbinati per età e sesso alla popolazione con carcinoma differenziato della tiroide.
I pazienti con almeno 45 anni al momento della diagnosi hanno avuto vasta invasione peritiroidea ( UICC / AJCC TNM system, 7a edizione, stadi IVa e IVb ), metastasi dei linfonodi laterali cervicali ( TNM stadio IVa ), o metastasi a distanza ( stadio TNM IVc ) e hanno mostrato una aspettativa di vita chiaramente ridotta ( tasso relativo di sopravvivenza cumulativa osservata: prevista per lo stadio IVc dopo 20 anni, 0.295 ).
Nei pazienti con più di 60 anni di età al momento della diagnosi, la perdita di aspettativa di vita è stata molto maggiore rispetto ai soggetti di età tra 45 e 59 anni in tutti i gruppi.
L'aspettativa di vita non è risultata ridotta nei pazienti con TNM stadio I, II o III ( 86% dei pazienti ).
In conclusione, l'aspettativa di vita non si è significativamente ridotta nell’86% dei pazienti con carcinoma differenziato della tiroide; solo i pazienti di almeno 45 anni con una vasta invasione locale, metastasi linfonodali laterali e/o metastasi a distanza ( TNM stadio IVa, IVb e IVc ) alla diagnosi hanno mostrato una aspettativa di vita nettamente inferiore. ( Xagena2013 )
Verburg FA et al, J Clin Endocrinol Metab 2013; 98: 1: 172-180
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